Riflessioni sull’incertezza

Spesso, nelle sedute di psicoterapia o nel percorso “Mindfulness e self-compassion per la fertilità”, si parla di ansia ed emergono parole come incertezza, rischio, evitamento e procrastinazione.

Abbiamo paura dell’incertezza perché questa parola ci rimanda alla possibilità (che poi è una realtà) che possa succedere qualcosa che sfugge al nostro controllo. Quando temiamo che qualcosa accada, attiviamo delle difese, che spesso poi strutturano dei meccanismi difensivi, che confondiamo con sicurezza. Un meccanismo molto comune è l’evitamento: quello che evitiamo viene registrato dal nostro sistema nervoso come una minaccia e questo innesca una reazione difensiva come l’attacco o la fuga. Spesso le difese sono ostacoli più che aiuti, perchè paralizzandoci o evitando, rendiamo le risposte spontanee più difficili, e questo rende le situazioni statiche. 

L’incertezza fa paura, il “rischio” un po’ meno perché abbiamo un po’ più di controllo e possiamo scegliere se correrlo o meno. Ma come potremmo evolvere, imparare di più su di noi: chi siamo, cosa potremmo fare, cosa la vita potrebbe offrirci se non li accettassimo… se non accettassimo il rischio della delusione?

L’incertezza va a braccetto con il nuovo e noi siamo in evoluzione: quello che facevamo potrebbe non andare più bene oggi o domani e accettare il rischio, l’incertezza ci potrebbe permettere di fare le scelte più adeguate alle circostanze nuove in cui possiamo trovarci e ai nostri nuovi bisogni, che insieme a noi, evolvono nel tempo.

L’incertezza è la compagna inevitabile di qualsiasi cambiamento perché non possiamo sapere prima come andrà a finire, quello che adesso sembra piacevole potrebbe rivelarsi in futuro non così positivo e che quello che oggi ci sembra spiacevole potrebbe portare un beneficio futuro.

Ci facciamo un’idea, abbiamo desideri e speranze… possiamo impegnarci, ma poi… non abbiamo pieno controllo di tutti i fattori, gli elementi che compongono la realtà… e quindi possiamo scegliere se essere cullati dall’incertezza, viverla o rinunciare…

Talvolta, non è proprio l’incertezza a farci paura, ma come reagiremo se cadremo. Quando la paura è tanta, si ha quasi timore di “frammentarsi”, si ha paura di non riuscire a rialzarsi dal senso di fallimento o di rifiuto.

Queste sensazioni, emozioni ci parlano del dolore che talvolta assale quando viviamo l’ansia.

Voglio dirti che sia l’incertezza che l’ansia, si possono affrontare, e che sono sicura ce la farai… così come sono certa che se rimarrai nell’evitamento, prima o poi, vivrai la sofferenza di non aver provato. Prova a valutare la possibilità di esplorare un’alternativa e di accettare la paura di cadere o una eventuale delusione.

Cosa possiamo fare? Può bastare iniziare a fare piccoli cambiamenti, come modificare il modo di relazionarci con l’incertezza, potremmo riconoscere in quei momenti che una parte di noi sta soffrendo… una parte. Questo riconoscimento è importantissimo.

Fare nuove esperienze allarga il nostro mondo: è solo permettendoci di sbagliare che possiamo crescere e migliorare. Imparare ad amare l’incertezza è una delle cose più coraggiose e genuine che possiamo fare. Ne parlo anche nell’articolo e nel video “vulnerabilità e coraggio di Harry Potter”.

Se abbiamo tanta paura, possiamo trovare un compagno di viaggio a cui parlarne… dare voce alle nostre paure, le ridimensiona. Se vorrai ci sarò.

Ti lascio con un bel pensiero di Emily Dickinson diceva: “l’incertezza ci permette, di abitare la casa delle possibilità.”